6 motivi per allevare la Pezzata Rossa in montagna

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In Italia la presenza della Pezzata Rossa Italiana (PRI) nei territori dell’arco alpino è considerevole. Nei comuni del nord, escludendo l’Emilia-Romagna, le Pri iscritte al libro genealogico sono presenti ed in costante aumento soprattutto nella fascia tipica dei comprensori alpini.

Scopriamo insieme quali possono essere i motivi per cui un allevatore dovrebbe scegliere di allevare questa razza in montagna.


In motivi per allevare la Pezzata Rossa in montagna

La produzione dei vitelli per la pianura.

Le Alpi presentano ampi territori potenzialmente adatti a produrre ristalli da bovine specializzate per la produzione di carne, ideali poi per essere ingrassati in pianura. Purtroppo, le condizioni climatiche non ideali e i terreni frammentatati hanno fatto sì che sulle Alpi l’allevamento con numerose vacche da carne sia molto raro.

La struttura aziendale presente sull’arco alpino si presta meglio ad allevare soggetti a duplice attitudine come la PRI, che produce reddito contemporaneamente sia con latte e derivati sia con carne, permettendo alla famiglia contadina una reddita sufficiente.

I vitelli nati sono ingrassati generalmente con silo mais nelle stalle di pianura e potrebbero contribuire a rifornire gli ingrassatori italiani se, l’allevamento di bovine a duplice attitudine, in zona Alpi dovesse aumentare (Piasentier, 2010).

Una produzione ecologica

16-17 PRI producono tanto latte quanto 10 bovine specializzate nella produzione di latte e tanta carne come 10 soggetti specializzati nella produzione di carne (Piasentier, 2010). Ciò consente un grande risparmio in emissioni di metano.

Una produzione biologica

Produrre biologico significa una ristrettezza notevole nell’esecuzione di trattamenti farmacologici, un’alimentazione con foraggi e mangime extraaziendali consentita solo a particolari condizioni e in maniera limitata; risulta più facile quindi allevare bovini frugali e intrinsecamente resistenti alle malattie, in grado di valorizzare al meglio le risorse alimentari aziendali (Piasentier, 2010).

La PRI è la razza con il minor contenuto di cellule somatiche, la miglior fertilità, con scarsa o nulla presenza di dismetabolie e con capacità di sfruttare il pascolo e le risorse foraggere di aree non certo ricche come quella alpina (Piasentier, 2010). Questi fattori fanno di questa razza una produttrice biologica per antonomasia.

Una produzione di formaggi tipici

Produrre latte ad uso alimentare in ambiente alpino vuol dire avere costi di produzione superiori a quelli della pianura. Questo ha spinto sia i caseifici pubblici sia quelli privati a produrre formaggi tipici, burro e yogurt. Per questo tipo di prodotti è importante avere soggetti con produzioni qualitative.

La PRI con il suo ottimo rapporto grasso/proteine, la buona percentuale della variante B delle k caseine, la scarsa presenza di cellule somatiche (Piasentier, 2010), si presta benissimo per la produzione di yogurt, formaggi tipici e burro di affioramento.

Una produzione di latte con un buon contenuto di acido linoleico

Da prove condotte in Canada nel latte delle bovine di ceppo Simmental o nei suoi incroci, il livello di acido linoleico (CLA) sarebbe più alto rispetto ad altre razze (Swart, 2010). I CLA sono sostanze antiossidanti che sembrano in grado di fungere da difese contro l’insorgenza di tumori (Piasentier, 2010).

Una zootecnia di montagna

La PRI, grazie alla sua resistenza alle malattie, la sua duplice attitudine e la capacità di sfruttare il pascolo e le risorse foraggere di aree non certo ricche, si dimostra una razza adatta alla zootecnia bovina di montagna. I numeri lo stanno dimostrando come riportato in tabella 6 (Piasentier, 2010).

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Bibliografia

  • PIASENTIER E., MENTA G., DEGANO L., 2010. Passato, presente e futuro della Pezzata Rossa Italiana sull’arco alpino. In: Quaderno SoZooAlp 6,197-206
  • SWART T., 2010. Fleckvieh milk fights cancer with 30% more CLA. In: Medical food News, Super healty milk di Jo Robinson.

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