Zootecnia alpina: i diversi modi di allevare in montagna

zootecnia alpina

Lo sfruttamento dei pascoli con i bovini da latte o da carne è una tradizione diffusa in tutte le Alpi e in tutte le regioni montane europee.

La zootecnia alpina ha rappresentato per secoli un esempio di sostenibilità grazie al mantenimento di un equilibrio ambientale manifestatosi attraverso la creazione di paesaggi ordinati, ben strutturati e in grado di fornire rilevanti risorse economiche e importanti spazi ricreativi per la nostra società.

Lo sviluppo economico e sociale che  è avuto in Italia negli ultimi decenni ha determinato profonde trasformazioni nell’agricoltura. Ha portato un particolare ad una concentrazione dell’attività agricola nelle zone di pianura e pedecollinari, perchè più fertili e facilmente lavorabili.

La riduzione della zootecnia alpina ha determinato quindi una riduzione della superficie pascoliva e, per la forte diminuzione dei piccoli allevamenti stanziali, un incremento sensibile della dimensione media delle mandrie e delle greggi.

Esistono diverse forme di allevamento in montagna: si possono trovare sia allevamenti intensivi di fondo valle che allevamenti estensivi, come quello ovino errante.

Gli allevamenti montani, indicativamente, possono così essere suddivisi in:

  • allevamento di “fondo valle”;
  • allevamento “valle monte”;
  • allevamento transumante; (Bovolenta et al., 2008).

 

L’allevamenti di “fondo valle”

 

Gli allevamenti di fondo valle sono spesso di grandi dimensioni, in essi gli animali sono gestiti stabilmente in loco con l’uso o meno dei prati-pascoli aziendali (Bovolenta et al., 2008).

Gli alimenti e i foraggi sono in molti casi di origine extra-aziendale. I parti sono destagionalizzati per poter garantire uniformità di volumi e qualità del latte (Bovolenta et al., 2008).

 

 L’allevamento “valle-monte”

 

I sistemi valle-monte sono caratterizzati dall’uso di pascoli in quota durante l’estate spostando l’intera mandria o solo parte di essa (Bovolenta et al., 2008). In molti casi le vacche fresche vengono mantenute nelle stalle di fondo valle. Durante l’inverno il latte prodotto viene consegnato, mentre nel periodo estivo, in molti casi, trasformato e venduto direttamente in alpeggio.

L’alpeggio inizia con la monticazione, cioè la salita sull’alpe, che avviene tra la fine di maggio e la metà di giugno e termina con la demonticazione, cioè la ridiscesa in pianura che avviene a fine settembre (Bartaletti 2004).

 

L’allevamento transumante

 

L’allevamento transumante si distingue da quello valle-monte per l’utilizzo progressivo di pascoli a divese quote ciò consente un’adeguata transizione alimentare dal secco al verde e viceversa (Bovolenta et al., 2008). Questo tipo d’allevamento è utilizzato sempre più spesso anche con gli ovini. (Bovolenta et AL.,2008)

L’allevamento bovino prevede: il ricovero con stabulazione libera o fissa nel fondovalle durante l’inverno, il pascolo a mezza quota durante la primavera e l’alpeggio durante il periodo estivo. L’alimentazione è costituita da foraggio secco in inverno e pasto fresco durante il periodo primaverile e estivo. I parti sono destagionalizzati concentrati nel periodo invernale. (Bovolenta et AL.,2008)

 L’allevamento ovino transumante durante il periodo freddo dell’anno sfrutta i pascoli che si trovano nel fondovalle. Mentre durante il periodo estivo utilizza i pascoli di montagna.

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Bibliografia

BOVOLENTA S., PASUT D., DOVIER S., 2008. L’allevamento in montagna: sistemi tradizionali e tendenze attuali.  In: Quaderno SoZooAlp 5, 22-29.

BARTALETTI F.,2004. Geografia e cultura delle alpi. FrancoAngeli, Milano

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